NOTA TOPOGRAFICA
 
 
 
 

Dopo la scomparsa di Sri Aurobindo (1950) e fino al 1957, disponiamo soltanto di poche note e frammenti, oppure di qualche citazione sparsa annotata a memoria. Sono i soli punti di riferimento per tutto questo periodo di tempo, assieme alle "Conversazioni" che Mère teneva al Campo sportivo dell'Ashram. Abbiamo riportato qui alcuni di quegli Entretiens, nella misura in cui rivelano le tappe dell'Azione sopramentale*.
A cominciare dal 1957, Mère ci faceva venire due volte alla settimana nell'ufficio di Pavitra, il più anziano discepolo francese, al primo piano dell'edificio centrale dell'Ashram, col pretesto di qualche lavoro, e lì stava ad ascoltare le domande che le facevamo, ci parlava a lungo dello yoga, dell'occultismo, delle esperienze che aveva avuto in Francia o in Algeria e di quelle che andava vivendo. A poco a poco, Mère andava sgombrando il cervello di quell'occidentale materialista e ribelle che eravamo e ci faceva capire la legge dei mondi, il gioco delle forze, il meccanismo delle vite anteriori - anzi insisteva soprattutto su ques'ultimo punto, che aveva una notevole importanza nelle difficoltà in cui ci dibattevamo a quel tempo e che ci mettevano periodicamente in fuga.
Mère stava seduta in un seggiolone dall'aria vagamente medievale con un alto schienale intagliato, i piedi poggiati su uno sgabelletto, mentre noi ci accoccolavamo per terra, su quel tappeto un po' scolorito, conquistati e sedotti, ribelli e mai soddisfatti, ma comunque sempre tutt'occhi e tutt'orecchi. Un'infinità di tesori sono andati perduti, mai annotati, fino a quando, con strattagemmi degni di un pellerossa, siamo riusciti a farle accettare la presenza di un magnetofono. Ma anche dopo, e per lungo tempo, Mère aveva cura di far togliere o cancellare dalle nostre note tutto quello che la riguardava troppo da vicino. A volte, comunque, le abbiamo disubbidito.
E alla fine l'abbiamo convinta che sarebbe stato interessante conservare una cronaca del cammino percorso.
È stato dunque solo dal 1958 che abbiamo cominciato a registrare le prime conversazioni con lei su nastri magnetici : l'Agenda di Mère propriamente detta comincia perciò da quell'anno.
Ma anche dopo di allora una quantità di conversazioni sono andate perdute, o sono state solo in parte annotate. Oppure credevamo ancora che le nostre parole non dovessero figurare in quegli appunti, dai quali perciò omettevamo tutte le nostre domande: il che era evidentemente assurdo. Nessuno sapeva ancora - non lo sapeva Mère nè lo sapevamo noi - che si trattava dell' "Agenda" e che stavamo andando alla scoperta del "Grande Passaggio". Solo a poco a poco abbiamo cominciato a renderci conto del vero carattere di quegli incontri. Per di più, eravamo continuamente "in giro", ragion per cui ci sono notevoli buchi. In realtà, per sette anni Mère non avrebbe fatto che preparare con pazienza lo strumento ricettore in grado di passare attraverso un'avventura simile senza fracassarsi strada facendo.
A cominciare dal 1960 l'Agenda assumerà il suo aspetto definitivo e proseguirà per tredici anni, fino al maggio del 1973, formando tredici volumi (circa 6.000 pagine complessivamente).
Il luogo dove avvenivano i colloqui cambierà nel marzo del 1962, al momento della grande svolta nello yoga di Mère, allorché lei si ritirerà definitivamente nella sua stanza al piano di sopra, come già era avvenuto per Sri Aurobindo nel 1926. I colloqui avverranno allora in quella grande stanza, dal pavimento coperto da una moquette di lana dorata, che era come il casseretto di una nave emergente dalle fronde del flamboyant, l'albero corallo pieno di fiori gialli e di gridi dei corvi. Mère stava seduta in una poltrona di legno di rosa, col viso rivolto verso la tomba di Sri Aurobindo, come per logorare le distanze che separano quel mondo dal nostro. La sua voce si era fatta simile a quella di una bambina, ed era spesso inframmezzata da risa. Rideva sempre, lei. E poi quei lunghi silenzi. Fino al giorno in cui i discepoli ci hanno chiuso per sempre la porta della sua stanza. Era il 19 maggio 1973. Non riuscivamo a crederci. Era rimasta sola, come di colpo eravamo rimasti soli noi.
Avremmo dovuto scoprire lentamente e dolorosamente il perchè di quel forzato distacco da lei. Le gelosie della vecchia specie ci sfuggivano completamente, così come non capivamo ancora che quei "discepoli" erano diventati i "proprietari" di Mère - come del resto dell'ashram, di Auroville, di Sri Aurobindo, di tutto -, ben decisi a far inghiottire il nuovo mondo da una nuova Chiesa. Ma a quel punto ci facevano anche scoprire come mai un bel giorno Mère ci avesse tirato fuori dalla nostra foresta e avesse scelto per confidente un irriducibile ribelle.

                                                                                                   Satprem

L'Agenda di Mère, volume 1, pagine 27, 28 e 29

[Home]  [Agenda]  [Inizio Pagina]

 
 

* II termine "sopramentale" traduce l'aggettivo francese (e inglese) supramental, non rintracciabile in alcun dizionario della nostra specie (che è, per l'appunto, una specie mentale).
   Sri Aurobindo aveva inventato il sostantivo the Supermind (reso da Mère con l'aggettivo sostantivato le Supramental) per designare quel piano di energia-coscienza che si colloca del tutto AL DI LÀ DEL PIANO MENTALE. In italiano "colto", il termine più appropriato sarebbe forse "metaMente".
   In questa traduzione abbiamo optato per un calco del francese: quindi diciamo IL SOPRAMENTALE. Infatti il prefisso greco meta- suona intellettualistico e prezioso, mentre il prefisso latino super- conferisce in genere alle parole italiane un valore superlativo. Non si tratta infatti di una "mente+", ma di una Coscienza, e di una Forza, davvero altra.
   Se ci sforziamo di immaginare che si tratta appunto di qualcosa del tutto ALTRO da qualsiasi facoltà o potere già noti e collaudati, si comprenderà forse come mai il linguaggio di Sri Aurobindo e di Mère (per non dire, in particolare, di quest' Agenda, e del linguaggio di Satprem, destinatario originale dell'Agenda stessa) passi sopra con imperturbabile irriverenza a qualsiasi codice stabilito, nel tentativo di trasmettere quanto è al di là di ogni nozione e di qualsiasi lessico.
   Le note alla traduzione italiana sono contraddistinte con*. Quelle del testo originale francese sono sempre contrassegnate da un numero arabo in esponente.


                                                       

 
  [Home]  [Agenda]  [Inizio Pagina]
© Institut de Recherches Evolutives.