Satprem
Il cercatore d'oro


 

 

Un 'romanzo' che è in realtà una lancinante autobiografia interiore...
Emozioni diversissime: Dostojevskij e Conrad, Fame di Knut Hamsun e l'ultima parte della Recherche di Proust col suo straziante senso del tempo, dell'insensata precarietà della vita...

Noi siamo i testimoni, gli arcangeli dolenti di un mondo che crolla.
Siamo i figli di una nuova razza non ancora nata,
ma che vibra attraverso di noi come un vento carico di minacce
e di polline nuovo.
Non sappiamo cosa vogliamo dire: il nostro oracolo è sigillato,
i nostri sogni oscuri, i nostri segni contraddittori. Non abbiamo la chiave.
Ma siamo qui, su questa nuova soglia, a picchiare alla porta, come dovette fare nella sua foresta il primo antropoide che volle essere uomo...


Job, scampato ai campi di concentramento nazisti, coltiva un sogno di libertà, andarsene per gli oceani su un vecchio peschereccio attrezzato a veliero, tornando a terra il meno possibile. Per realizzarlo va a cercare l'oro nella giungla della Guiana, con un amico... E trovano un vero filone d'oro !
Ma l'amico muore; e quando Job torna a Caienna viene accusato di averlo ucciso per rubargli l'oro.
E Job scende così tutti i gironi dell'inferno tropicale. Finché...


 

 

    Satprem, bretone di origine, è nato a Parigi il 30 Ottobre 1923.
   A 18 anni fa parte della Resistenza contro i nazisti. Un giorno si accorge che nel suo gruppo c'è una spia: «Allora mi sono messo in moto per avvertire i compagni. Il primo da cui sono andato era il traditore. Appena sono uscito da casa sua è arrivata a tutta velocità un'auto della Kriminal Polizei e ne sono balzati fuori due uomini con la rivoltella in pugno...». Un anno e mezzo nei lager nazisti: «Che cosa resta di un uomo quando non c'è più niente?». Incalzato da questa domanda, con la sete di spazio che gli ha lasciato nel suo cuore la sua infanzia sulle coste della Bretagna, Satprem girerà il mondo alla ricerca di 'che cos'è DAVVERO un uomo'. Dopo una breve parentesi come funzionario governativo nell'allora colonia di Pondichéry, dove incontra Sri Aurobindo e Mère, Satprem - sarà Mère a chiamarlo così: 'uno che ama davvero' - si butta in una serie di esperienze estreme: in Nepal a fumare l'oppio, a cercare l'oro nella foresta amazzonica, in Brasile nelle miniere di mica, nell'Africa Nera...
    Nel 1954 torna a Pondichéry: «Mère mi ha fatto capire che c'era un'altra avventura...». Satprem scoprirà a poco a poco la fantastica avventura che Mère sta vivendo e che un giorno comincerà, fisicamente, anche per lui.

   

 



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